Due(cento) parole. Ancora sul caso i blog & cosa scrivere & quando & perchè. PART 1
Rette.
Da percorrere.
Da pagare.
Incidenti.
Vie (o supposte tali).
Rette.
Che mi tengono compagnia durante la notte.
Che intorbidano turbandomi.
A seconda di dove piazzi il cannocchiale vedi uno sgambetto diverso.
E se nessuno di questi lo fosse?
E' l'occhio del lettore che sovente gli permette di inciampare.
E' quel non rispetto che vediamo nel respiro e nell'affermazione della vita e della volontà dell'altro che ci sgambetta?
Cosa resta allora, se non l'eliminazione fisica delle persone?
Se il respiro, le constatazioni ed i pensieri di un diario di bordo.
"Personale" ed "intimo" qb...
Ci fanno ruzzolare...
E' lecito allora chiedersi: posso volere che questa persona smetta di essere, di vivere, di pensare, di annotare di se, della sua testa, delle sue pulsazioni?
Certo, basterebbe chiudere queste benedette paginette che abbiamo su internet.
Et voila': pace.
Ci ho pensato tutta la notte.
Come basterebbe scomparire dalla faccia della terra per non dare più fastidio a nessuno.
Ci ho pensato tutta la notte.
Mmmh no.
Non mi sembra nè giusto nè intelligente.
Daje con la Pittoparabola:
osservare il massacro di un agnellino a Pasqua, ovviamente, è uno spettacolo che mi reca poco piacere. Ciò non toglie che non posso obbligare il macellaio a chiudere bottega (tra l'altro, per un agnello scottadito ben fatto pagherei oro).
Far fuori il macellaio sarebbe ancora peggiore (senza pensare alla giustezza del gesto) di squartare l'agnellino. Un macellaio fatto a pezzi farà un po' ridere come idea ma è un pugno ancora più forte nello stomaco, a vedersi, dell'agnellino fatto a tocchetti.
Cosa resta?
Non frequentare il mattatoio.
I serpenti mi fanno senso?
Se vado nel rettilario e mi sento male...
Come posso inveire contro i serpenti?
Essi sono e nulla più.
Con la mia rabbia e frustrazione posso cambiarli in conigli? (bleah! erano quasi meglio i serpenti)
No.
Forse se fossi David Copperfield...
Ma anche in quel caso sarebbe solo un trucco.
Se condanno la prostituzione e sono un parroco puritano...
Cosa ci faccio nel Red Light District ad Amsterdam?
Uhhh! E' terribile! Uuuuh! Mi si spezza il cuore! UUUuuuh Gesu' queste donne peccano!
Nah.
Non ha senso.
Illuminante?!
Il passo successivo, se proprio (per ossessione, per umana curiosità) non posso fare a meno del mio mattatoio, del mio rettilario e (soprattutto) di Amsterdam (e delle sue allegre fanciulle), sarebbe *capire*.
Capire tutto significa perdonare tutto. (=:O E CHI CAZZ E' CHIST? BUDDHA? Si.)
e.g.
Se una persona a cui ho dato (almeno secondo il mio punto di vista, non assoluto, ovvio) piu' di 20 anni della mia esistenza. Il mio impegno, la mia presenza, le mie capacità, la voglia di migliorarla e di vederla crescere forte e spronata verso il meglio) mi gira le spalle e mi insulta per una ragazza che non gli è mai appartenuta nè mai gli apparterrà... Posso mai prendermela? A che pro?
Posso capire. Posso immaginare il contesto. Posso immaginare i sentimenti. Non li approvo ma li capisco. E cerco di perdonare ed augurare miglioramenti, anche memore dei bei tempi.
Percorso spinoso e non facile da battere ma questo, a mio avviso, è l'unico atteggiamento costruttivo. Verso noi stessi, verso gli altri, verso la vita.
Verso il nostro sistema nervoso, così mortalmente minacciato dalle mille trappole che gli costruiamo con quell'arma micidiale che è il pensiero.
Anche io sulle gambe sento i calci. Veri, falsi, apparenti.
Non posso chiedere agli altri di smettere di buttarmi giù.
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