Ode al commercialista (e a chi ne fa le feci): a chi si occupa dei miei conti, per mio conto. Senza farli, peraltro, col sottoscritto.

O omino untuoso come una padella in casa di universitari (specificatamente maschi).
O viscida schifezza scappata da sotto chissà quale sasso:
se potessi, solo una volta, lasciar sgorgare la melma nera di cui le tue furberie hanno costretto il mio cuore a rimpinzarsi, quando quest'ultima è ancora sotto pressione...
Saremmo in due a conoscere un sapore acre, dolce, ferroso: quello dell'omicidio.
Unica forma possibile concessa ad un'ipotetica concretezza della rabbia cannibale e violenta che mi cacci dentro.
Così densa e concentrata da stare sulla capocchia di uno spillo.
D'acciaio.
Che non è possibile scalfire.
Che ha un'assordante fame di dolore.
Che mi buca il cranio.

Poi, lenta, smaltisce la sua spaventosa intensità, diffondendosi a macchia d'olio nei miei organi: fiacca le membra, incattivisce l'animo; rende vitreo lo sguardo, sfilaccia il cuore; invecchia la pelle, fa cadere i capelli.

Un'altra bordata è stata assorbita. Sono un pezzo più vecchio di prima.

Col dolore di mille punture di zanzare affamate i miei pori m'informano che si stanno dilatando per lasciarmi madido d'odio.
Sono fatto per uccidere, a quanto vedo, principalmente me stesso.

Tun-TIN! !!!Bonus!!! E chi mi vuol bene. !!!Bonus!!!

Io, camperò poco.
E male.

Dovrei imparare a prendere la vita di sbieco ma ho l'orrore che sia troppo tardi per capire come.

Ho tutto sul petto.

Stufo.
Marcio.

Ultimamente le mie convinzioni sono come le barzellette dei matti: si fa un giro e si torna all'ossessione di partenza.
Le autorità epistemiche sono andate tutte a puttane.
Quello che credo dipende da chi ritengo degno di credito. E chi ritengo degno di credito dipende da che cosa credo.
Le mie credenze, la mia conoscenza, la mia esperienza, le mie designazioni di chi o di quali fonti siano degne di fiducia e in merito a che cosa (il tutto coinvolto in una relazione reciproca) si stanno IMPUTTANANDO.
Ridatemi il prof di religione col suo cazzo di centro di gravità permanente!
CHE SIA CRISTO! (Ultimamente inaffidabile pure Lui)
CHE SIA IL MIO BARISTA DI FIDUCIA.
CHE SIA UNA BANDA DI FARFALLE.
AIUTO, CAZZO!

Rileggo, frettoloso, queste righe: è lampante.
L'avevo scritto in un post precedente ed ora sembra sempre più assurdamente vicino: a 35 anni TUTTO E' FALSO (n.d.nonmiricordochi.).
Minchia qualcuno si è fottuto i miei 8 anni di pacchia rimasti!

Valeria addomestica i giri del mio cuore.
Valeria intontisce con fiochi lampi il malumore

Fradici di pece incedibili i miei abiti
Radici ancora umide di realtà troppo fragili e
dici frasi inutili più di un
ici incalcolabile
ci stanno stretti al collo
i sogni irrealizzabili.

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